lunedì 7 febbraio 2011

TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE...

 "Questa sei tu con tua mamma quando ti portava all'asilo" (Beatrice, 4 anni)


TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE
Di Robert Fulghum

La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l’ho imparata all’asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell’infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:
dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po’ e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno. Fare un riposino ogni pomeriggio. Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri. Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così. I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure. Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: GUARDARE.Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l’amore, l’igiene alimentare, l’ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile. Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l’intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l’ hanno trovata e di ripulire il proprio disordine. Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.
Bene... e dopo questa meravigliosa "Ode alla scuola dell'infanzia", va ora in onda... "le confessioni di una maestra"
All'età di tre anni, ho frequentato l'asilo per circa 15 giorni... La mia giornata tipo era: crisi isterica prima di uscire di casa, crisi isterisca mentre varcavo la porta d'entrata, mutismo assoluto, seduta su una panchina scomodissima per ore a guardare fuori dalla finestra, gioco zero, socializzazione zero, malattie acquisite minimo venti... Giudizio delle maestre: "Signora se la tenga a casa perchè è un caso limite! Vedrà che problemi quando andrà alla scuola elementare..." Risultato: non sono mai più andata alla scuola dell'infanzia!!! (EVVIVA!) e la scuola elementare è stata favolosa... Sarà per questo che ora entro facilmente in sintonia con i piccoli che non vogliono iniziare la scuola!! E quando racconto questa storia ai bambini, loro ridono tantissimo perchè proprio non se lo spiegano come mai una maestra che ama tanto stare a scuola, non ci sia mai voluta stare quando era piccola!! E pure mia mamma ancora non se lo spiega!! Domani lo racconto a Beatrice, che nella sua fantasia mi vede spensierata, con il mio zainetto, verso una felice giornata! Comunque la poesia di Fulghum vale anche per le maestre che all'asilo non ci sono mai andate ma che adesso ne hanno scoperto il grande valore!

Vado a ripassare perchè domani è giornata di spiegazioni del Profecciore Gormitico sui "Fantagenitori" e ancora io e Patty non abbiamo capito nemmeno i nomi dei personaggi principali... poi se accumuliamo cose da studiare ci tocca giustificarci... che fatica andare a scuola!!!

13 commenti:

  1. Post fantastico! L'ode mi ha lasciato senza parole! Buono studio :)

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  2. da non crederci!!!
    Io piangevo quando mia madre veniva a prendermi ah ah ha

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  3. E' prorpio vero che nella vita non si deve mai smettere di studiare... se poi uno deve imparare ad affrontare il mondo Gormitico ;-)))
    Con i nipotini sono arrivata ad un semi-compromesso... quando giochiamo insieme lasciamo da parte tutti quegli strani personaggi e ci dedichiamo a creare...
    Un abbraccio
    nonnAnna

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  4. complimenti maestra Laura, hai scritto delle verità fantastiche che meriterebbero ben altro spazio che un semplice blog...si capisce chiaramente che ami il tuo lavoro, e i tuoi bambini un bacio

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  5. Anch'io non volevo andare all'asilo...e tanto ho fatto che alla fine non ci sono andata! ma certo non c'era l'ambiente che c'è ora e i bambini non si divertivano tanto. Ora lo farei volentieri, l'asilo!E' un ambiente super creativo!

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  6. La tua descrizione dell'asilo è la stessa che posso fare io per mia figlia!
    Solo che lei ha continuato a detestare la scuola e ad angosciarsi per ogni verifica
    Anche adesso che ha 21 anni e sta facendo un corso di abilitazione al commercio. :DDDDD

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  7. Come ti capisco Laura! io sono diventata insegnante alla Scuola dell'Infanzia senza averla mai apprezzata da piccola. Sono andata forse per 15 giorni, non continuativi, senza aver mai completato la fase dell'inserimento. Mi ammalavo spesso, non mi piaceva la minestra della mensa, e quando ho strappato la tasca del grembiule alla suora che mi trascinava per farmi entrare, mia mamma ha capito che non era il caso farmi continuare. Adesso però mi ritrovo a condividere le parole di Fulghum perchè è quello che mi piacerebbe che i bambini ricordassero della scuola che fa crescere:) Patty

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  8. Sono d'accordo sul fatto che tutto quello che ci serve sapere è dentro a quell'ode, una parte di me è ancora bambina e lo resterà per sempre!
    Baciotti
    Sabrina&Luca

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  9. wow, abbiamo le stesse "origini": anche io fui ritirata "dall'asilo" come si chamava allora. per gli stessi motivi. Il seguito fu tutta un'altra storia!!!
    Buon ripasso...bleah...è una materia che proprio non mi appassiona ma capisco l'esigenza.
    ;O)

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  10. non posso fare a meno di inserirmi nel racconto, interpretando anche il pensiero di mamma-betty.

    l'antefatto: io sono la sorella maggiore e per me andare all'asilo era fantastico .. mi ricordo ancora l'odore della colla, dei pennarelli e del giardino. ma soprattutto la mia maestra Lucia e i suoi gioielli!!

    dopo questa bella esperienza mamma-betty dava per scontato che per maestralaura l'asilo fosse altrettanto entusiasmante!
    mh.. ha fatto venire le bolle nervose e allergiche a tutti, fino a quando i nonni hanno posto fine alla sofferenza (sì, la nostra!)..

    quando la Maestra ha compiuto 6 anni ed è venuto il tempo della scuola elementare eravamo tutti in pre-allarme per crisi isteriche: dato che è sempre stata "strana", o come dice la Betty "fa sempre tutto al contrario" ha iniziato la prima elementare.. e sembrava ci fosse sempre andata!! mah?!?

    salto il curriculum scolastico.. troppo lungo!
    quando ha capito che voleva fare la maestra della scuola dell'infanzia e ci ha annunciato che doveva iscriversi nuovamente all'università ..in famiglia abbiamo avuto un attimo di disorientamento.

    qui si conferma la teoria "fa sempre tutto al contrario" .. perciò ci ha messo tanto impegno per andare da grande dove non voleva assolutamente andare da piccola, chiaro?!
    nessuno l'ha mai vista così soddisfatta e gratificata dal lavoro.. peccato perchè come ragioniera era una bomba e avrebbe avuto una carriera assicurata :D

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  11. Ciao Laura! Io mi sono fatta tre anni di asilo!:)Mi piaceva un sacco! Mi portavo la merenda in un cestino rosa traforato! Avevo un grembiulino a quadrettini!Le maestre ci facevano svolgere tanti lavoretti creativi,punteggiare la frutta colorata sulla carta lucida era uno dei miei preferiti!!In primavera si usciva,tutti in fila,ci portavano in campagna a cogliere violette e margherite,a vedere le farfalle e le api! Io abitavo a Piadena(cr) che è un piccolo paese quindi circondato dalla campagna!Mangiavamo all'asilo poi facevamo il sonnellino !Si usciva in cortile a "fare la terra bella" che consisteva nel sedersi per terra e togliere i sassi e scavare con una palettina finche' affiorava il terreno liscio e appunto"bello" ,poi qualche "fetente in miniatura" passava di corsa e ti buttava su altri sassi!:)))) In questi casi si poteva anche piangere! Poi la maestra diceva:"Mariarita su ma hai le lacrime in tasca?":))
    Ho ancora una foto del periodo dell'asilo,lo ricordo con molta tenerezza!


    Detto questo credo che il bellissimo testo che tu hai postato dimostri che si puo' anche odiare l'asilo da piccoli e svolgere poi l'insegnamento con tutto l'amore possibile!

    Infine:ragazza studiami o mi ti bocciano!:)))))

    Un bacione!

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  12. Quanto ho pianto e che sofferenza a pranzo... :)

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